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Content is king. Di cosa parla il tuo brand?

È arrivato il momento di iniziare a familiarizzare di più con il concetto di content marketing e con i suoi strumenti, perché il vero obiettivo di questo percorso è muoversi meglio online, giusto?

D’ora in poi, parleremo sempre più di tecniche e strategie per creare contenuti, con l’obiettivo di attrarre, acquisire e coinvolgere il nostro pubblico per far sì che s’innamori della nostra offerta.

WHY?

Forse non avete bisogno di porvi questa domanda, ma per chiarezza voglio che ve la facciate lo stesso:

Perché per vendere ho bisogno di creare contenuti?

Perché l’advertising tradizionale e i classici annunci commerciali, specialmente sul web, sono diventati inefficaci. Solo negli ultimi dieci anni, tutto è cambiato. La nostra attenzione è sempre più selettiva, perché siamo bombardati quotidianamente da centinaia di messaggi, perlopiù finalizzati a venderci qualcosa. Il nostro cervello ha proprio imparato ad evitarli. Ed è stato dimostrato che la decisione se soffermarsi o meno su un contenuto dura solo 1 secondo e mezzo.

Insomma, non vogliamo essere interrotti, ma attratti. Ecco quindi che i contenuti sono diventati indispensabili per il marketing. Sono un po’ come il corteggiamento prima di una conquista.

Gli stessi contenuti sono merce preziosa, perché generano un effettivo valore monetizzabile. Tanto che spesso il procedimento si inverte, come emerge dal lavoro degli influencer (sì, ho detto proprio lavoro).

Prima creo contenuti gratuiti in rete, conquisto una buona fetta di pubblico, poi lancio un brand e una linea di prodotti ideati per le persone che mi seguono.

Il content marketing non è più così giovane, la frase di Bill Gates “Content is King” che dà il titolo a questa puntata è del 1996, ma è quanto mai valida. È il fulcro di un discorso che vi invito a cercare online e leggere integralmente, perché oltre trent’anni fa anticipava la realtà del web.

Ve ne recito solo un estratto:

“Le opportunità più ampie, per la maggior parte delle aziende, riguardano la fornitura di informazioni o intrattenimento. Nessuna azienda è troppo piccola per partecipare. Una delle cose interessanti di Internet è che chiunque, con un PC e un modem, può pubblicare qualunque tipo di contenuto.”

Come ho detto, era il 1996. E Bill Gates aveva già intuito il potere democratico del content marketing.

HOW?

E allora facciamo Content Marketing. L’obiettivo del content marketing è prima di tutto la conoscenza, la brand awareness. La prima cosa che facciamo online è alzare la manina e dire: “Hey, esiste anche il mio brand!”

Gli obiettivi successivi saranno quelli di intrattenere, ispirare, informare ed educare, convincere e quindi convertire le persone che si sono accorte della nostra esistenza.

Come? Con i contenuti, appunto. Ma quali sono le chiavi di una buona attività di content marketing?

I contenuti possono essere di diverse forme: articoli di un blog o microblogging su Facebook, video per il canale Youtube o per la IG tv, foto e stories per Instagram. E ancora ebook, guide, podcast, printables e infografiche. Se la forma può cambiare, non cambia la sostanza: lo scopo di questi contenuti non è direttamente vendere ma creare una relazione con il cliente.

Alla base di una buona content strategy, ci sono alcuni ingredienti fondamentali. Per cominciare, ve ne dico tre.

Do ut Des

Io dò affinché tu dia. In quest’ordine, mi raccomando.

È importante considerare il tuo pubblico quando crei i tuoi contenuti, per far sì che siano sempre rilevanti e coinvolgenti. Perciò scopri chi ti segue: cosa gli piace, che vita fa, quali sono i suoi interessi, cosa vuole sapere. Resta fedele ad una traccia e ad un posizionamento tematico. Sembra un paradosso ma non lo è: utilizza i tuoi contenuti per scoprire come devono essere i tuoi contenuti.

Quando crei dei contenuti pensa prima di tutto a cosa vuoi che provi chi li troverà. Concentrati soprattutto sulle emozioni.

Un buon contenuto deve informare o far riflettere, stupire, arricchire o divertire. Deve portare qualcosa di nuovo nel flusso della comunicazione, altrimenti è solo rumore.

Parla di ciò che conosci bene, sii coerente e affidabile e non risparmiarti mai. Il pubblico deve avere fiducia in ciò che scrivi e pubblichi.

I miei followers riconoscono il valore dei miei contenuti quando parlo di maternità, di creatività e di comunicazione perché risulto credibile, sincera e competente. Difficilmente seguo il flusso dei temi del momento o seguo i filoni suggeriti da altri, a meno che non siano davvero rilevanti per il mio pubblico e solo se ho qualcosa da aggiungere alla discussione.

Coltiva uno stile personale

Per conquistare e mantenere viva nel tempo l’attenzione del nostro pubblico dobbiamo saperci distinguere.

Sviluppare uno stile personale è fondamentale per creare contenuti nuovi, originali e soprattutto riconoscibili. Ricordate cosa ho detto prima sull’attenzione di un secondo e mezzo?

Sviluppare uno stile personale, secondo me, vuol dire prima di tutto consapevolezza di sé, e del proprio brand.

Non si adotta una content strategy perché si rifà ad uno stile di tendenza, né a tematiche mainstream. Se in un primo momento cavalcare un’onda può funzionare, alla lunga ci lascerà a secco sulla riva, a guardare gli altri surfare.

Per dirla con estrema semplicità: cerca uno stile dentro, non fuori.

Il mio stile è naturale, minimalista e spontaneo. Non è mai costruito, ma è molto curato, perché questa sono io e questo è il modo in cui voglio che gli altri mi percepiscano.

Su Instagram, ad esempio, nel tempo ho rinunciato quasi completamente alle immagini still life e ai flat lay, perché la loro preparazione mi costava molta più fatica dell’osservazione spontanea della realtà.

Ora il concetto a cui penso prima di creare un post è “raccontare attimi straordinari in una giornata ordinaria.”

Non metterti in mostra, rivelati.

Quanto mi piacciono queste sfumature concettuali. E’ che l’equilibrio fra self promotion e storytelling non dovrebbe essere mai superato. Quest’ultimo è uno strumento chiave del personal branding, mentre il primo è pura ostentazione di sé, che genera noia e a volte antipatia.

Se parte dei contenuti che creiamo è incentrata su noi stessi, ricordiamoci di raccontarci in tutte le nostre sfumature, non solo in quelle professionali, né tantomeno solo in quelle private.

Il racconto autobiografico aiuta a creare relazioni più personali con il pubblico. Io cerco di creare e condividere contenuti positivi e di ispirazione, che parlano di me, ma con i quali il mio pubblico possa identificarsi. Trascorro molto tempo a dialogare con i miei follower nella sezione commenti o in direct, e credo sia questo il segreto per creare una community attiva e coinvolta.

Oggi si può dire che un Brand non esiste senza la forza di aggregare una community, per piccola che sia. E i contenuti sono i mattoncini per costruire una relazione duratura e reciproca con il proprio pubblico. Una buona strategia di content marketing è fondamentale per rafforzare il brand e attrarre nuove opportunità.

Perciò dimmi, di cosa parla il tuo brand?

Creator per grandi brand, mentor per piccoli biz. Trasformo idee confuse in progetti che funzionano. E insegno a comunicare meglio.
Post By Ornella Sprizzi
Ornella Sprizzi

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